venerdì 13 aprile 2007

GALILEI E BRECHT

Galileo Galilei e Brecht.

La mia risposta alla chiesa cattolica; da notare le minuscole.


LUDOVICO Vedo che avete proprio compiuto tutti i preparativi.Signor Galileo, la mamma ed io trascorriamo nove mesi su dodici nelle nostre terre nel'Agro e possiamo assicuravi che i nostri contadini non si mettono in allarme per i vostri trattati sulle lune di Giove. Il lavoro nei campi è troppo duro. Ma, se venissero a sapere che ormai si possono attaccare impunemente le sante dottrine della Chiesa, potrebbero esserne turbati. Quegli infelici, non dovete scordarvelo, nella loro condizione di bruti, fanno un'accozaglia di tutto. Sono come le bestie, nè più nè meno; roba da non credere. Bast iche circoli la voce che una pera è cresciuta su un melo,e loro lasciano a mezzo il lavoro dei campi e si mettono a ciarlare.

GALILEO(con interesse) Dici davvero?

LUDOVICO Bestie. Se vengono alla fattoria a lagnarsi per qualche inezia, la mamma è costretta a far frustare un cane in presenza loro; solo così si tengono a mente che esiste una disciplina, un ordine e un modo di comportarsi. Forse voi, signor Galilei, qualce volta, dal finestrino della carrozza, avete visto il grano biondeggiare nei campi; avete mangiaro soprappensiero le nostre olive e il nostro cacio; ma della fatica, della vigilanza continua che tutto questo esige, non ve ne fate nemmeno un'idea!

GALILEO Giovanotto, io non mangio mai ilcacio soprapensiero.(Villano) Mi fai perdere tempo. (Grida verso l'esterno) Siamo pronti con lo schermo?

ANDREA Si. Venite?

GALILEO Ma voi Marsili non vi limitate a frustare i cani solo per tenerli sotto governo: o mi sbaglio?

LUDOVICO Signor Galilei, avete un cervello meraviglioso. Peccato.

MONACELLO (stupito) Vi minaccia.

GALILEO Si. Potrei istigare i suoi contadini a pensare in un modo nuovo. E anche i suoi servi, e i suoi fattori.

FEDERZONI Ma come? Neanche loro sanno di latino.

GALILEO Potrei scrivere in volgare, per i molti, anzi chè in latino per i pochi. Per le nuove idee, quella che ci serve è la gente che lavora con le mani. A chi altri interessa conoscere l'origine delle cose? Quelli che vedono il pane solo quand'è sulla tavola , non volgiono sapere com'è stato cotto. Quelle canaglie prefariscno ringraziar Dio piuttosto che il fornaio! Ma quelli che, il pane, lo fanno, quelli sapranno capire che non si muove niente che non venga messo in movimento. Tua sorella, Fulgenzio, mentre gira il torchio delle olive, non resterà li a bocca aperta, e anzi facilmente si metterà a ridere, quando saprà che il sole non è un aureo scudo nobliare, ma una leva: la terra si muove perchè è il sole a farla muovere!

LUDOVICO Rimarrete in eterno schiavo delle vostre passioni. Fate le mie scuse a Virginia. Credo sia meglio che non la veda adesso.

GALILEO La dote rimane a vostra disposizione in ogni momento.

LUDOVICO Buongiorno. (Se ne va).

ANDREA I nostri omaggi a tutti i Marsili!

FEDERZONI Che ordinano alla terra di stare ferma, sennò i loro castelli potrebbero andare a gambe all'aria!

ANDREA E ai Cezi, e ai Villani!

FDERZONI Ai Cervilli!

ANDREA Ai Lecchi!

FEDERZONI Ai Pirelloni!

ANDREA Che baciano i piedi al Papa a patto che se ne serva per schiacciare il popolo!

MONACELLO (anche lui intento agli strmenti) Il nuovo Papa sarà un uomo illuminato.

GALILEO Avanti, incominciamo a osservare queste macchie solari che ci interessano: a nostro rischio e pericolo, senza troppo contare sulla protezione del nuovo Papa.

ANDREA (interrompedolo) Ma con la ferma speranza di disipare le ombre stellari di Fabricius e i vapori solari di Parigi e di Praga, e di dare le prove della rotazione del sole.

GALILEO Con qualche speraza di dare le prove della rotazione del sole. Non m'importa dimostrare di aver avuro ragione, ma di sabilire se l'ho avuta. E dico: lasciate ogni speranza o voi che vi accingete a osservare! Forse sono vapori, forse sono macchie; ma prima di affermare che sono macchie, - la qual cosa ci tornerebbe a proposito - preferiamo dire che sono pesci fritti. Si, rimetteremo tutto, tutto, tutto in discussione. E non procederemo con gli stivai delle sette leghe,ma a passo di lumaca. E quello che troviamo oggi, domani lo cancelleremo dalla lavagna e non lo riscriveremo più, a meno che non lo ritroviamo un'altra volta. Se qualche scoperta soddisferà le nosre previsoni, la considereremo con speciale diffidenza. E dunque, prepariamoci ora ad oservare il sole con l'inflessibie determinazione di dimostrare che la terra è immobile! E solo quando avremo fallito, quando, battuti senza speranza, saremo ridotti a leccarci le ferite, allora con la morte nell'anima cominceremo a domandarci se per caso non avevamo ragione, se davvero la terra che gira! (Ammiccando) Ma se tutte le altre ipotesi, all'infuori di questa, ci si dovessero squagliare fra le dita, allora nessuna pietà per coloro che,senza aver cercato, vorranno parlare. Togliete il panno dal cannocchiale e volgetelo verso il sole! (Regola lo specchio).

MONACELLO L'avevo capito che vi eravate rimesso al lavoro. L'ho capito quando non avete riconosciuto Marsili.Si metono in silenzio a lavorare. Nel momento in cui l'imagine fiammante del sole appare sullo schermo, entra di corsa Virginia, vestita dell'abito nuziale.

VIRGINIA Babbo! L'hai mandato via! (Sviene).Andrea e il monacello accorono a lei.

GALILEO Io devo sapere.

[...]

GALILEO (con le mani professionalmente congiunte sul ventre) Nel tempo che ho libero - e ne ho di tempo libero - mi è avvenuto di rimeditare il mio caso e di domandarmi di come sarà giudicato da quel mondo della scienza al quale non credo più di appartenere. Anche un venditore di lana, per quanto abile sia ad acquisarla a buon prezzo per poi rivenderla cara, deve preoccupasi che il commercio della lana possa svolgersi liberamente. Quanto a questo mi pare che la pratica della scienza richieda particlare coraggio. Essa tratta il sapere che è un prodoto del dubbio; e col procaciare sapere a tutti su ogni cosa, tende a destare il dubbio in tutti. Ora, la gran pate della popolazione è tenuta dai suoi sovrani, dai suoi proprietari di terra e dai suoi preti, in una nebbia madreperlacea di superstizioni e di antiche sentenze, una nebbia che occulta gli intrighi di costoro. La misera condizione dei più è antica come le rocce, e dall'alto dei pulpiti e delle cattedre si suole dipingerla imperitura proprio come le rocce. La nostra nuova arte del dubbio appassionò il grande pubblico, che corse a strapparci di mano il telescopio per puntarlo sui suoi aguzzini. Questi uomini egoisti e prepotenti, avidi predatori a proprio vantaggio dei frutti della scienza, si avvidero subito che il freddo occhio scientifico si era posato su una miseria millenaria quanto arificiale, una miseria che chiaramente poteva essere eliminata con l'eliminare loro stessi. Allora sommersero noi sotto un profluvio di minacce e corruzione, tali da travolgere gli spiriti deboli. Ma possiamo noi ripudiar la massa e conservarci ugualmente uomini di scienza? I moti dei corpi cielesti sono divenuti più chiari; ma ai popoli restano pur sempre imperscrutabili i moti dei potenti. E se la battaglia per la misurabilità dei cieli è stata vinta dal dubbio, la battaglia della massaia romana per il latte sarà semre perduta dalla credulità. Con tutt'e due queste battaglie, Sarti, ha a che fare la scienza. Finchè l'umanità continueràa a brancolare nella sua madreperlacea nebbia millenaria, fatta di superstizioni e venerande sentenze, finchè sarà tropo ingnorante per sviluppare le sue proprie energie, non sarà nemmeno capace di sviluppare le energie della natura che le vengono svelate. Che scopo si prefigge il vostro lavoro? Io credo che la scienza abbia come unico scopo quello di alleviare la fatica dell'eistenza umana. Se gli uomini di scienza, intimiditi dai potenti egoisti, si limitano ad accumular sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, e le vostre nuove macchine non saranno fonte che di nuovi triboli per l'uomo. E quando con l'andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall'umanità. Tra e voi e l'umanità può scavarsi un abisso così grande, che, un giorno, a ogni vostro eureka rischierebbe di rispondere un grido di dolore universale. -Nella mia vita di scienziato ho avuto un'opportunità senza pari: quella di veder dilagare l'astronomia nelle pubbliche piazze. In circostanze così straordinarie, la fermezza di un uomo poteva produrre grandi rivolgimenti. Se io avessi resistito i naturalisi avrebbero potuto sviluppare qualcosa di simile a quello che per i medici è il giuramento di Ippocrate: il voto solenne di far uso della scienza a esclusivo vantaggio dell'umanità. Così stando le cose, il massimo che si può sperare è una progenie di gnomi inventivi, pronti a farsi assoldare a qualsiasi scopo. Mi sono anche convinto, Sarti, di non aver mai corso dei rischi gravi. Per alcuni anni ebbi la forza di una massima autorità. Ma ho messo la mia sapienza a disposizione dei potenti perchè la usassero, o non la usassero, o ne abusassero a seconda dei loro fini. (Virginia è entrata con un vassoio e restai mmobile ad ascoltare). Ho tradito la mia professione.Quando un uomo ha fatto ciò che ho fatto io, la sua presenza non può essere tolerata nei ranghi della scienza.

[...]

ANDREA Dunque non pensate più che sia cominciata una nuova era?

GALILEO Al contrario. - Abbiti riguardo, quando attraversi la Germania, con la verità sotto il mantello.


Bertolt Brecht "Vita di Galileo".

La chiesa ha ritirato la condanna a Galilei solo nel 1992. Anche in quella occasione ci furono personaggi come il vescovo Ratzinger, oggi papa, che ribadì di trovare giusta la condanna contro Galilei.