Se leggo un giornale trovo informazioni che riguardano sempre la stessa classe sociale, solo i più ricchi o i più potenti, due cose che confinano e si uniscono. I giornalisti o chi scrive, però, mi presenta delle informazioni come se stesse parlando di qualcosa che mi riguarda direttamente, mi vuole far capire che sto leggendo cose appartenenti al mio mondo, vuol addirittura farmi credere che la libertà di informazione è fatta di quel tipo di informazioni.
Ma allora perchè posso ogni giorno sapere tutti i costi delle azioni di borsa, quanto guadagnano o quanto perdono fabbriche miliardarie di padroni mai sentiti prima e non poso sapere quanto è il salario di un operaio?
Quanto guadagna un cameriere?Quante volte si ammala un insegnante? Come immaginano il loro futuro e cosa ne pensano del loro passato gli scrittori di libri di ricette? La maggioranza della popolazione è fatta di queste persone, gli investitori miliardari sono una piccolissima minoranza che solo raramente prevede nuovi nomi; ma trovo solo informazione su cosa pensano loro e non su cosa pensano le persone che formano cuore braccia testa e gambe di una società. O al limite l'informazione si occupa di cosa si dicono madri e figli, amici o colleghi solo dopo che i sono ammazzati o hanno fatto violenza l'uno sull'altro.
Riflettono su di noi l'immagine nostre violenze, per nascondere la violenza che loro ci stanno facendo.
E allora la democrazia dov'è in questo tipo di informazione? La maggioranza sta zitta e la minoranza, ricca può parlare.
Vorrei far notare che parlando delle persone ho detto cuore braccia testa e gambe, ma non pancia. La pancia infatti appartiene a quella minoranza ricca che comanda e non f altro che consumare e produrre, consumare e produrre senza un motivo preciso ma per solo movimento muscolare.
Non lo dico solo perché sono ospite ma vorrei ripetere una osservazione di Noam Chomsky.
La Turchia è stata accusata ed ammonita dagli stati unti. Ritenuta di non essere a avere della democrazia perché decise di non allearsi alla guerra in Iraq gli usa la avvertirono che uno stato democratico come l'america non le sarà vicino a meno che non cambi idee.
Il 90% dei cittadini turchi non volevano che la Turchia entrasse negli scontri Iraq. Il 90% dei cittadini turchi era contrario. Il 90% dei cittadini che compongono una nazione può parlare ad alta voce e senza apprendere ordini da nessuno perché rappresentano loro stessi in una democrazia coerente.
Gli stati uniti, quindi, accusano di non essere democratica una nazione che ha deciso di seguire le idee della grande maggioranza dei cittadini.
Che senso ha?
Ha senso se ci rendiamo conto che le nazioni considerate democratiche, sono invece composte da un piccolo numero di potenti, capi di azienda, militari, politici, capi di associazioni sia religiose che laiche, grandi corporazioni massoniche, capi di giornali e criminali che non rappresentano nessupossibileno se non i proprio interessi ma che pretendono di mostrarsi come i divulgatori delle idee della nazione intera.
Come può essere possibile questo?
Com' è possibile ce non ce ne accorgiamo, che non riusciamo a fare i nomi di chi veramente decide e non riusciamo, noi maggioranza effettiva, ad avere potere sulle nostre decisioni?
Ho visto delle immagini che mi hanno mostrato la risposta. Sono solo alcune delle tante immagini che poso farlo e sicuramente ci saranno spiegazioni migliori e più approfondite, ma un'immagine quando arriva a toccare una risposta sincera diventa più veloce e diretta nello svegliare la logica e svelare l'assurdità di una situazione.
Sono immagini, ripeto, e quindi poco hanno a che fare con le parole; chiedo quindi scusa se la mia spiegazione non sarà chiara o lineare. Ho visto come molti, i telegiornali che parlano degli scontri in Birmania. un paese in rivolta, la violenza per le strade, la povertà della gente e la prepotenza dell'esercito. CI sono arrivate immagini delle stesse scene da molte inquadrature; passanti, giornalisti ufficiali, cittadini. I tutte mi ha colpito, oltre alle viloenze dirette, altre immagini ritenute solitamente secondarie.
Una qualsiasi città cambia a seconda della situazione della vita delle persone che la vivono. Anche la città pi
ù bella diventa un'altra cosa quando per le strade iniziano guerriglie, soprusi, violenze o guerre. Cambiano i palazzi pur rimanendo sempre uguali, diventano più deboli, fragili, ance la orza di palazzi monumentali di cui non dubitiamo comunica a cedere, cambiano i marciapiedi, cambiano i negozi, le vetrine, i semafori, le panchine, glia liberi, tutto vacilla e diventa incerto come le vite delle persone i strada e prende il tono di quello che sta succedendo intorno; o magari siamo noi che glie lo facciamo assumere. Anche Versaille ha tremato all'arrivo dei rivoluzionari, e devo ammettere che in questo caso mi fa anche piacere. Credo sia una situazione naturale che i è ripetuta praticamente da sempre, fino al ora; fin dalle prime forme i insediamenti sociali.
Questa volta invece ho notato la città e ho visto i cartelloni pubblicitari.
Le grandi facce possenti, sicure di se, belle, lisce, sorridenti o con una espressione impegnata di chi sta per rivelare a tutti il senso ultimo della vita ma ha deciso di tenerlo per se perché sarebbe troppo grande per noi poveri umili persone.
Quei cartelloni stavano li immobili e immutabili, alti sopra i palazzi, ontani da ogni rumore o movimento anche se gli scontri erano a pochi metri. Chi mai poteva dubitare di loro e della loro ragione? Nemmeno chi li aveva creati.
Queste erano le immagini che mi hanno mostrato una condizione continua ma nascosta nella società considerata civile.
Come non ci siamo accorti della violenza che ci stanno e ci stanno facendo mi domandavo e mi domando? I quei cartelloni ho visto parte della risposta.
C'era qualcosa di letteralmente innaturale, la loro sicurezza era contro natura. Probabilmente fino ad appena 50 anni fa una visione del genere era impensabile; trovare persone o volti di grandi e alti decine di metri, immensi, che con espressioni sorridenti o impassibili guardano persone che muoiono per strada per aver voluto essere libere di parlare. Ogni imperatore, ogni re, ogni tiranno si sono sentiti mancare il sangue ed hanno sentito cedere le gambe almeno una volta, ma quelle immagini mai!
Continua a tornarmi in mente Guernica, so esserci un collegamento diretto tra le due immagini anche se no sono in grado di spiegarlo. Immagini e parlo non sempre si aiutano.
Quindi eccoli li i nostri potenti, anzi i servi dei nostri potenti, che fanno da schermo. Proteggono chi comanda dalla violenza che la gente subisce e nascondono a noi la violenza chi comanda ci infligge. L'ingiustizia, l'assurdo, sono appesi ai muri e noi li prendiamo da esempio Quelle immagini non solo sono indifferenti alle nostre vite ma ci giudicano e giudicano sapendo di non poter sbagliare perché non vivono alle stesse nostre regole ma sono loro stesse a decidere il metro di misura. Un nuovo, o forse ripetuto fascismo è ben chiaro ogni giorno ,ma continuiamo a non accorgercene.
Sono troppo tragico? O forse presuntuoso? Si può darche volevosi benissimo! E non volevo davvero esserlo; parlo con modestia e mi fa male se mi accorgo i non farlo.
Pensare che volevo scrivere di tutta un'altra cosa!
Le cose vanno scritte subito o perdono di freschezza. Arrivo a scrivere ora cose che avrei voluto scrivere tempo fa ed ora sembrano altro. Mi chiedo se è solo una sensazione o se è perché non sono importanti. No no! Importanti lo sono!
Magari è poco efficace come le scrivo io; ed in effetti una grande rabbia sta nel non riuscire a spiegarle bene, forse per non avere ancora molto chiara l'idea e quindi le ombre in me diventano difficoltà di comunicazione.
E qui si potrebbe continuare.
Come dicono, chi parla male, pensa male e vive male.
L'immaginazione è uno strumento come usarlo ci a uomini. Il borghese ne è infatti limitato pensando invece i immaginare tutto quello che è concesso. Sottolineo tutto quello che è concesso e non quello che è possibili. Questo è uno dei limiti della borghesia.
Ma ora esco dal discorso ance se per me sono invece tutti correlati.
Dovrei fermarmi quindi?
No continuo, ma dopo.
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