mercoledì 31 ottobre 2007

NOMINARE L'INTOLLERABILE

Nominare l'ingiustizia è l'inizio della speranza ed il primo più grande passo della ribellione.

Per prima cosa riuscire a dare un nome ad una ingiustizia significa aver capito cosa è giusto e cosa no. Essere riuscito ad uscire dal meccanismo della normalità perché è sempre successo in questo modo e capire cosa in effetti è giusto o no; significa doversi immaginare un mondo tutto nuovo, avere la forza di immaginazione di immaginarsi un mondo del tutto nuovo e meglio di questo, e riuscirà comparando le cose che ti circondano con quel mondo che sei con tanta fatica riuscito ad immaginare, riuscire a capire cosa sia giusto e cosa ingiusto.

Poi serve il coraggio, la forza di dire. La forza di riuscire a dire logicamente, tanto logicamente da dare un nome all'ingiustizia, riuscire a spiegare perché qualcosa che per molti è normale o addirittura indifferente, è invece ingiusta; serve lucidità ed insieme a questo la forza di alzare la voce davanti a migliaia di persone contrarie.

Nominare quello che è ingiusto è iniziare la rivolta, anche se solo seduti ad un tavolo con nessuno intorno riusciamo a dare un nome all'assassinio, alla crudeltà, alla repressione della libertà, abbiamo iniziato la rivolta.
Credo che non ci siano rivoluzioni positive senza illuminare la mente di chi fa la rivoluzione, e nominare quello che non è giusto è il primo passo per fare uscire dal buio un criminale e mostrarlo a tutti; da li comincerà l'unione delle persone per un giusto ideale da seguire; perché non c'è libertà se siamo soli.

Quindi come dice John Berger, che ringrazio per avermi dato il via a scrivere oggi, "quando viene dato nome all'intollerabile, l'azione deve seguire".
E nominare è già azione; "la pura speranza risiede inizialmente e misteriosamente, nella capacità di dare nome all'intollerabile come tale"; la speranza quindi è già rivolta. I nostri corpi da soli sono vittime di ogni possibile tortura e senza la speranza data dal poter nominare l'intollerabile, cadremo come i nostri corpi cadono alle torture; la speranza è quello che quindi spinge tutto il nostro essere al coraggio ed alla forza della ribellione.

Nominare l'intollerabile e l'ingiusto è la nascita della speranza, e la prima azione della ribellione.

Nessun commento: