domenica 4 luglio 2010

I piccoli Eichmann.

I piccoli Eichmann che le dirigono risiedono in un universo parallelo di ricchezza sbalorditiva, lusso e splendido isolamento che rivaleggia con quello della corte di Versailles. La èlite, protetta e arricchita, continua a prosperare anche se noi altri e il mondo naturale iniziamo a morire. Sono insensibili. Ci spilleranno fino all’ultima goccia di sangue. E le nostre scuole di business ed università elitarie producono decine di migliaia di questi dirigenti di sistemi sordi, stupidi e ciechi che sono dotati di sofisticate capacità dirigenziali ma incapaci di senso comune, compassione o rimorsi. Questi tecnocrati confondono l’arte della manipolazione con la conoscenza.

“Più lo ascoltavo, più era evidente che la sua incapacità di parlare era collegata alla sua incapacità di pensare, cioè di pensare dal punto di vista di qualcun altro”, scrisse Hannah Arendt in “Eichmann in Jerusalem”. “Era impossibile comunicare con lui, non perché mentisse ma perché era circondato dalla più affidabile tutela contro le parole e la presenza di altri, e quindi contro la realtà stessa”.

La nostra classe dirigente di tecnocrati, nota John Ralston Saul, è di fatto illetterata. “Una delle ragioni per cui è incapace di riconoscere il rapporto tra potere e moralità è che le tradizioni morali sono un prodotto di civiltà e lui ha una ridotta conoscenza della sua propria civiltà” ha scritto Saul sul tecnocrate. Saul indica questi tecnocrati come “edonisti del potere” e avvisa che la loro “ossessione con le strutture e la loro incapacità o mancanza di volontà di collegarle con il bene comune rende questo potere una forza astratta – una forza che il più delle volte lavora contro i veri bisogni di un mondo dolorosamente reale”.


http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7089&mode=thread&order=0&thold=0

I mediocri.

Mi dice: ”Ho un amico a Londra che dipinge”. Bello gli dico. Riesce a vivere? “Si, ogni mostra ci guadagna dai 100 ai 150.000 euro”. L’arroganza gli usciva non solo dagli occhi ma da tuttoil corpo. Ogni volta che parlava di soldi si dondolava godendo al suono della musica del pub.
“A Londra c’è un gran mercato, io sono un giornalista di borsa. Questa volta prendo 10000 per qualche giorno di lavoro”. Ancora quello sguardo arrogante, come se dicesse, figo vero?
Questo è il problema dell’arte oggi; dico io; ci sono artisti che fanno i milioni o artisti che non vendono niente. Dovremmo bilanciare meglio i guadagni, abbassare i guadagni milionari e alzare il guadagno di chi ora non è conosciuto.
“Allora pensi che l’arte sia comunismo?!” Mi dice fra il disprezzo e lo scherno.
MA CHE CAZZATA!!! SI PUO’ ESSERE PiU’ STRONZI DI COSI’???!!!

Non so resistere alle provocazioni e ci casco!
Si, rispondo, l’arte è comunismo!!! Lo dico ridendo per far capire che è solo una battuta detta per dagli contro.
Lui invece serio come toccato nell’intimo dice: “Perchè l’arte dovrebbe essere comunista?”
No, no rispondo non sto dicendo questo. L’arte non è comunista, dico solo che c’è chi non paga l’affitto e chi fa i milioni solo perchè ha dei buoni contatti.
“Infatti è questo che il mio amico sa fare, è bravissimo a trovare i contatti giusti. Non sei nussuno senza quelli.”
Non so proprio vendermi, gli rispondo.

Non so perchè tornato a casa mi incazzavo a ripensare a questo incontro. Mi faceva schifo ripensare alle frasi di quell’idiota.
Ora non molto. Penso che quello era solo un povero idiota.
Solo che i poveri idioti come quello, sono i difensori del potere capitalista che oggi sta distruggendo tutto quello che c’è di buono.
Sono i sordidi difensori che per una manciata di soldi sputano addosso a tutto quello che sia difesa contro la distruzione.
Appena si trovano contro qualcuno che abbia da ridiro contro il capitalismo, quindi contro il loro dio, sanno solo guardarti con disprezzo e sbatterti davanti l’evidenza dei soldi che guadagnano; quello èil loro nodo di giudicare; hanno più soldi di te, quindi devono per forza avere ragione e tu sei un illuso o un invidioso. La cosa più semplice è chiamarti comunista, una parola di cui non conoscono niente e che i loro padroni gli hanno insegnato essere un insulto da lanciare e chiunque cerca di difendersi dai crimini che il capitalismo continua a commettere senza sosta.

Quindi, bel pezzo di merda, sappi, e dillo anche al tuo amico, che l’arte è resistenza. Non è trovare i contatti giusti, non è farsi pagare migliaia di euro, non è comunismo, non è seguire l’onda del mercato.
E’, ripeto, resistenza.
E’ tutto ciò che non può essere consumato.
E’ quindi, il perfetto contrario del capitalismo.
Quel capitalismo che ti permette di godere quando dici quanto guadagni, è la peggior dittatura che l’essere umano abbia mai creato. E’ consumo di tutto. Le sue radici sono la guerra, e lo schiavismo.
Chi non vuol vederlo è in malafede.
Il capitalismo è 80% di persone ridotte in schiavitù comandati da un 20% di milionari il cui lavoro è inventare sempre un nuovo modo non farci ribellare e farci credere che questa società sia l’unica accettabile.
E’ invece la peggiore.
L’arte è resistenza davanti a tutto questo.

Sei un mediocre, e come tutti i mediocri difendi chi rende schiavo sia te che chi ci potrebbe liberare.

L’arte è un freno a tutto il male che l’uomo è capace di fare, e senz’arte,millennio dopo millennio, vivremoin una situazione ancora peggiore.