domenica 16 agosto 2009

Voi ci andreste?

Come sono tristi le serate di gala delle mostre di artisti famosi!
Sono piene come uova di uomini e donne ricchi ed altrettanto famosi nel settore, che girano per la sala bevendo vini costosi. Tutti con un'aria molto rilassata e soprattutto sicuri di sè.
Aristocratici, baroni, conti, duchi; grandi banchieri che hanno fatto favori a nazisti, a contrabbandieri e mafiosi ripulendo i loro soldi; critici che hanno fondato partiti politici molto amati da mafiosi e massoni, che vanno poi a dire che dove governano loro la mafia non c'è; uomini d'affari che lavorano in borsa; giornalisti e direttori di giornali che spesso cenano con tutti i personaggi appena detti e che solitamente preferiscono non parlare di argomenti scomodi riguardanti chi comanda. Tutte personalità potenti quindi.
Insomma, sono tutti quelli che da sempre hanno fatto di tutto per reprimere ogni pensiero che si permettesse di uscire dalla linea dettata dal potere costituito.
Entri, se ti fanno entrare e se hai lo stomaco abbastanza forte da sopportare la vista, e li trovi tutti li sorridenti e sicuri di se; forti nei loro vestiti costosi; basta un'occhiata e si capisce subito che quelle sono persone che non sbagliano, che non possono sbagliare, altrimenti non sarebbero tanto potenti; persone che non dubitano e mai hanno dubitato di niente!
Ma allora li che ci stanno a fare?
Il potere è ciò che più si allontana dalla realtà. Più il potere aumenta, più la realtà si allontana, più la corruzione cresce. Il potere, ogni potere, ha bisogno di mentire per crescere. Nel momento in cui un potente comincia a dubitare di aver ragione su tutto, sa che comincia la sua discesa e la sua lenta scoperta della realtà.
Paradossalmente solo chi non deve difendere nessuna autorità può dire la verità.
L'arte invece vive di dubbi, e di un lento percorso verso la verità.
A costo di fallire, anzi, con la certezza del fallimento, l'artista muove ogni passo verso una verità che sa di non poter raggiungere.
Un percorso pieno di incertezze, ma fiero dei propri dubbi.

Allora ripeto ancora: che ci fanno quei signori e quelle signore a quelle mostre definite d'arte?
Ogni grande organizzazione, ogni grande museo, ogni grande fiera, dal Guggenheim alla biennale di Venezia ha bisogno di tutti quei personaggi che vi ho descritto.
Ma allora vi domando: di tutto questo abbiamo proprio bisogno?
Ci andreste a chiedere un articolo ad un critico che sorride ed abbraccia mafiosi?
Accettereste una mostra pagata da una banca che si è arricchita finanziando il partito nazista?
E se accettiamo tuto questo, allora, riempiendoci la bocca di parole come creatività, libertà di espressione, arte, con che coraggio ci guardiamo la sera allo specchio?

Domando ancora: di tutto questo abbiamo davvero bisogno?
Siamo sicuri?