mercoledì 14 febbraio 2007

LA MODA E' COME LA MAFIA

La moda è come la mafia.

I mondo che viene chiamato del glamour, il mondo delle stelle brillanti, del vestito di marca, dei locali dove non si può mancare per far vedere di saper vivere bene, il mondo di quelle persone famose che non sappiamo nemmeno famose per quale motivo di preciso, quel mondo che ci sta sempre più accerchiando, non è differente dalla mafia.Vive delle sue stesse regole, produce i suoi stessi risultati, attrae i suoi sudditi per gli stessi motivi.Probabilmente penserete subito: "Ma la moda non ha mai ucciso nessuno!"Sbagliatissimo. Non mi fermo nemmeno a parlare della morte dell'impegno sociale che la moda produce, un mondo fatto di divisioni, invidie e prepotenze in nome di un marchio e soprattutto in nome dello sfoggio dei soldi, non parlo nemmeno dei debiti che le persone per moda fanno, per comprarsi la macchina, fare le vacanze nel posto più famoso, e magari non spende per l'educazione dei propri figli. Si tratta di quello di cui parlavo in uno scritto di pochi giorni fa dove dicevo che la mafia ed i nuovi fascisti non hanno più bisogno di bome per le loro stragi, e molte persone sono uccise ogni volta che, dopo aver parlato per strada a qualcuno, per esempio, dei propri umili desideri che per sua sfortuna non sono alla moda, non riguardano macchine costose, locali di grido, concerti dove la massa accorre, libri che vendono in tutto il mondo a di cui tra un anno nessuno parlera più, o più semplicemente parlerà con umiltà di desideri che non sono la voglia di potere sugli altri, con l'arroganza che questo comporterebbe, viene guardato come un idiota e lasciato solo.Ogni abbandono di un etica sociale e di impegno civile, quindi, produce indirettamente migliaia di morti.Ma preferisco lasciar perdere queste motivazioni perchè mi parrebbe di essere patetico.Parliamo dei morti effettivi fatti dalla moda.Parliamo delle morti che continuano in quello che viene chiamato terzo mondo a causa del nostro mondo considerato progredito e soprattutto alla moda.Vorrei avere dati più dettagliati ma non è difficile procurarseli se vorrete informarvi meglio, ma per ora vorrei semplicemente dire questo: la mentalità del mondo glamour -perdonatemi la parola orrenda ma era solo per non ripetere la parola moda- è una forma di indifferenza per il più debole, è indifferenza per tutto quelo che non è consumo immediato di piacere e di potere sugli altri, indiferenza totale per tutto quello che non fa immediatamente sentire vincenti nella vita. Il suo unico padrone é l'edonismo.Indifferenza quindi, e soprattutto, per tutto un mondo che vive nella morte a causa della nostra iperproduzione di beni di consumo che danno piaceri immediati.Il collegamento può non sembrare immediato ma basta scavare un pò, basta anche un unghia, per avere la chiarezza della relazione stretta tra le due cose; una volta constatato tale stretto collegamento, sta a noi decidere se accettarlo ed accettare la nostra responsabilità, o non curarsene e con una scrollata di spalle pensare che fanno tutti così e noi non possiamo farci niente, sentendoci poi l'animo leggero.Detto questo ricomincio.La moda è come la mafia.La moda non fa morti? Come no! Lo abbiamo appena detto; e ripeto che vive delle sue stesse regole, produce i suoi stessi risultati, attrae i suoi sudditi per gli stessi motivi.Continuiamo.Avete presente l'immagine delle persone alla moda?O meglio ancora le figure sui cartelloni? O le persone che di che potete incontrare nei locali considerati veramente da non perdere?Quel perfetto personaggio alla moda, che ci mostra come dovremmo essere o come il produttore di turno vorrebbe che fossimo in modo da poterci vendere ogni suo prodotto; e per farlo ci impone desideri non nostri, ma questo è risaputo.Penso a quelle immagini.Uomini forti, sicuri di se, senza nessun dubbio sulla loro potenza, nessuna donna potrebbe resisterli, hanno vestiti costosissmi, macchine potenti, e soprattutto la sicurezza di non avere mai torto, di essere sempre ammirati ad ogni passo tra la gente, di essere invidiati.Hanno potere sugli altri ed in un modo molto preciso.Sono migliori di chiunque altro per il motivo piú ottuso possibile; il motivo del perché si!Questo é il vero potere della mafia: non solo il controllare con la violenza, ma cambiare le mentei in modo che siano gli aaltri che, prima ancora di essere minacciati o colpiti, si rivolgano al mafioso o al potente di turno con modestia ed ossequiositá.Se ci pensate bene la stessa cosa fa l'immagine pubblicitaria; non lascia repliche.Penso quindi ai personaggi che la moda crea e ci proponeed a chi ha fatto del mondo della moda e del glamour una parte della propria vita, e poi penso alle immagini che ben conosciamo dei mafiosi, e soprattutto penso al perchè la mafia, per esempio, attira tanto i ragazzini. Ovviamente non so come sia dall'interno la vita di un mafioso, ma si può capire cosa sia che attira ad unirsi ad una cosca, tanto quanto attira nel locale o nel negozio di grande firma, soprattutto ragazzi che ancora non hanno capito cosa fare della vita.Ho spiegato molto confusamente un'idea che nella mia mente è molto chiara.Probabilmente farò di meglio più avanti ma per ora vi chiedo di cercare di capire le parole che ho provato a mettere in fila.Mi concedo quindi una citazione che ben chiarisce la questione. Tra mafia e fascismo la differenza é poca se non nulla.

"L'italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo".

-Pier Paolo Pasolini-
vie nuove n. 36, 6 settembre 1962

sabato 10 febbraio 2007

I NUOVI FASCISTI NON HANNO PIU' BISOGNO DI PIAZZARE BOMBE

Non servono più le stragi.

I nuovi fascisti non hanno pià bisogno di piazzare bombe e far ricadere la colpa sugli anarchici.

Non c'è più bisogno di ammazzare per avere potere, per tenere buoni i rapporti con la c.i.a. o con i gruppi conservatori che silenziosamente ci comandano, per fare un mucchio di soldi o per fare un colpo di stato.

Ci stanno uccidendo dentro.
Lo hanno già fatto; e non solo dentro ma anche fuori la nostra morte è visibile. Pasolini si accorse per primo che il corpo era una delle poche cose che ancora il potere non aveva colonizzato, ma credo che oggi sia riuscito anche in quello. Lampade continue, tatuaggi e piercing dettati solo dalla moda sono solo un piccolo esempio. Ma questo meriterebbe maggiore riflessione. Pasolini aveva ragione ed onestamente dubito che la mia affermazione valga qualcosa.
Non importa più fare stragi e tenere l'uomo medio in allarme; basta ucciderlo dentro. Questo silenzio delle bombe è anche un silenzio degli animi.

I nostri animi.

Il mercato selvaggio, la televisione, le pubblicità, il consumo di massa, sono le bombe dei nuovi fascisti. E gli anarchici, i socialisti, i marxisti vengono uccisi ogni volta che dopo aver parlato per strada a qualcuno di un sogno di umanità unita, vengono guardati come idioti e lasciati soli.
I potenti di oggi hanno la vita più facile.
La comunicazione di massa è quella che oggi muove la verità da sapere e da nascondere, organizza gli avvenimenti mondiali, fa girare i maggiori capitali. E' li quindi che il nuovo potente conservatore e fascista si muove.
Non ci sono persone a contestare in piazza. La nostra mente alla piazza non pensa più. La bomba è esplosa. Fino a che il consumo di massa non è arrivato, e soprattutto il consumo mediatico, televisivo, di immagini glamour, pubblicitario, le persone andavano uccise per fermarle. Oggi invece i nostri desideri stessi, sono dettati dalle reclame dai marchi di fabbrica, e quindi dagli stessi detentori del potere.
Il desiderio è quello che ci rende uomini. Il desiderio di vita e come realizzarlo è ciò che ci rendo unici individui con una propria anima; il desiderio oggi è stato annullato e rimpiazzato da un falso desiderio facilmente comandabile. La bomba non ha bisogno di scoppiare quindi, ucciderebbe solo gente morta.
Le stragi di stato quindi ora servono a poco se non a niente.Quei bei signori considerate persone di esempio, i sognori che diventano produttori di idee che muovono la massa ad una vita di consumi alla modo e non ad una vita di necessità, sono i nostri schiavisti, sono gli esecutori della strage; sono al tempo stesso potenti fascisti mandanti ed esecutori nelle mani di mandanti ancora più potenti di loro. Personaggi che al povero borghesino di strada nessuno nominerà mai. Forza Nuova, Ordine Nuovo, il Movimento Sociale Italiano, i neonazzisti, continuano a comandare pur essendo forse l'ultima ruota del carro, dove alla guida ci sono potenti e mafiosi altrettanto conservatori e criminali.
Si, criminali.
E lo ripeto.
Criminali.
Gli esempi si sprecherebbero e facendone si potrebbe addirittura ridurre la grandezza della situazione che resta invece di enorme entità.
Eppure basterebbe così poco per toglierli di mezzo.Basterebbe riprendersi i nostri desideri; la nostra voglia di vita e non di potere.

Questo per dire che dietro a sorrisi e podotti utili a poco prezzo che trovo in televisione, dietro ad ogni piecing o tatuaggio ammiccante dal bordo dei pantaloni di una ragazzina, dietro ogni transazione bancaria ed aumento di valore di azioni che vogliono testimoniare l'importanza e la bontà delle nuove tecnologie di comunicazione, e che vanno a far pensare che bisogna stare al passo coi tempi per guadagnare qualche soldo, vedo logge massoniche ben più poteni di ogni fascismo, di ogni bomba o strage di stato, di ogni nazzismo, di ogni mafia.

"Oggi la sovranità imperiale non è più basata, semplicemente, sul potere di dare la morte ma sul potere globale esercitato sulla vita delle persone".
-Michael Foucault-

Le stragi non servono oggi.
Siamo già stati uccisi da bombe molto silenziose.

venerdì 9 febbraio 2007

Facilmente perdo il filo e credo sia cosa abbastanza grave.
Se continuamente non leggo, non seguo la strada di informazione e studi che ritengo giusta; se continuamente non la metto in dubbio e la discuto sia da solo che con altri; se continuamente non lavoro a fare la scelata giusta e frequentare solo i posti e le persone che ritengo giusto frequentare, e solo quando è giusto farlo; allora la mia mente si annebbia velocemente.
E' quasi allarmante. Se volessi consolarmi potrei dire che è proprio la voglia di andare avanti e non avere dogmi che mi porta a queste conseguenze. Ma non ne sono certo sicuro.
Lo trovo invece allarmante.
Esco e trovo ragazzi e ragazze considerati giovani, che freqentano posti considerati altrenativi, non alla moda, anche di cultura, vicini alla gente, dove si immagina di trovare persone di metnalità aperta; e mi ritrovo contornato da persone isopportabili! Ottusi, presuntuosi, completamente conformati con contemporaneamente mi accusano di essere i il primo conformista, ignoranti, bloccati nel loro sviluppo mentale dal loro considerarsi classe superiore ed elevata rispetto all'uomo medio; che si consiferano contro il sistema e che il sistema invece aiutano a rinforzare; invatenati alle loro tare mentali ed emotive ma che invece di combattere considerano punto di forza e di pregio davanti agli altri, tanto da rendere metro di misura del giusto e dello sbagliato. Credo addirittura che se una delle persone in questione leggesse quello che ho scritto mi considererebbe subito un vecchio conservatore, mentre invece non chiedo altro che una vera rivoluzione ed un vero progresso. Non si accorgono di essere loro i veri conservatori, impauriti, che si credono umili mentre vivono nel compipacimento di sentirsi superiori. Giudicano guardadoti dall'alto in basso, schiavi di un costume alla moda che nemmeno si accorgono di indossare. Vogliono far crede e mostrare, di saperla lunga sulla vita, mentre hanno paura di vivere. Perchè vivere è anche tramare, diventar rossi di vergogna, non sapere e chiedere, sentirsi inadatti ed inadeguati. Loro hanno certezze invece. Sanno di aver fatto le giuste letture, le giuste conoscenze, di aver condiviso le giuste idee, di aver scelto la parte giusta. Sanno di essere nuovi mentre non posso fare a meno di vederli vecchi e impaglliati. Voglio il nuovo e la libertà e non fanno altro che rifuggirla. Credono di essere moderni, ma una cosa è una trovata temporanea che attiri a guardarla, un'altra è avere un'idea del mondo che fa fatica a costriursi. E questa idea viene scanzata quasi metodicamente. Cercano il consumo e se ne vantano finendo per dirti che la vita fa schifo, con l'aria di chi sa quello che dice perchè ha vermanete visto tutto e prvato tutto ma ormai sa che se non ci è riuscito lui poco altro c'è da fare. Mi ritrovo circondato da questi falsi umili pieni di boria e arroganza che hanno smesso di vivere ormai da molto; da quando in pratica hanno scelto il consumo invece della necessità.
Non riesco a descrivere quello che penso.
Una volta in giro, poi, mi trovo da queste persone soraffatto e senza modo di ribattere alle loro invettive.
Se non resto continuamente al passo con me stesso, se non nutro in maniera quotidiana ed assidua le la mia attenzione al reale ed il bisogno di verità, velocemente mi trovo senza parole davanti alle persone che sopra cercavo di descrivere. Non riesco ad evitarle perchè vivo nei loro stessi ambienti, frequento alcuni dei loro stessi posti, sono probabilmente uno di loror che cerca di staccarsi dal gruppo rinnegandolo, ma che una volta rinnegato io stesso da quel gruppo mi sento un emarginato.

Sono io che do loro potere infondo.
Sono io che lo invidio, non avrei tanto rancore nei loro riguardi altrimenti.
Invidio quel loro sorriso sicuro da assassini che sanno di non poter essere scoperto; quell'aria scansonata ed un pò distratta di chi sa che da nessuno può essere ferito, e questo non per bontà altrui o capacità di evitare il pericolo, ma per un indiscusso potere che li rende intoccabili.
Li invidio, ma devo cercare di capire per sopravvivere.

Questo mio stesso scritto potrebbe essere considerato un enorme sfogo di un qualunquista frustrato, ma credetemi ho in mente facce ben precise quando parlo di queste persone. Ho in mente posti, date, situazioni che ho visto ripetersi ed ho cercato di osservare col poco o molto distacco che posso essere capace di avere nella mia situazione . Non sto quindi sparando nel mucchio, ma osservando un parte della società di cui faccio parte.
Sto descrivendo quello che ogni giorno vedo ripetersi. Credo che sia la grandezza del problema che richiede una posizione tanto drastica, come questa mia di ora.

«L'Italia è un paese che diventa sempre più stupido e ignorante. Vi si coltivano retoriche sempre più insopportabili. Non c'è del resto conformismo peggiore di quello di sinistra, soprattutto naturalmente quando viene fatto proprio anche dalla destra».
-Pier Paolo Pasolini-

domenica 4 febbraio 2007

LE DONNE BELLE CHE SI VEDONO OGGI.

Le donne belle che si vedono ggi.

Sono uscito di casa tempo fa, e nel negozio davanti al portone ho visto una donna.
La riuscivo a vedere da fuori della vetrina anche se lei restava in ombra.
Il negozio è di vestiti alla moda.
Quella donna era vestita come tante in giro, a vederla in molti si sarebbero fermati a guardarla per dire quanto era bella, o meglio, quanto era attraente.
Aveva una gonna corta che lasciava scoperte delle gambe magre ma ben fatte, come quelle di chi fa sport o va almeno in palestra, con cosce sode ma non muscolose. La gonna nera, che da subito si intuiva essere costosa e di qualche firma nota, ovviamente era a vita bassa e faceva vedere una pancia non esattamente piatta ma rotonda quel tanto che basta per essere sensuale, prorpio come oggi piace. La maglia era bianca con una qualche scritta nera e grande sul davanti, probabilmente il nome del marchio, anche quello sicuramente famoso e di grido, in modo che l'occhio cascasse tanto sulla scritta che attirava l'attenzione con i suoi lustrini, quanto sul seno che si vedeva ben formoso con un reggiseno che lo teneva su senza farsi notare, e che spingeva lo sguardo a scorrere fino ad una delle spalle che restava scoperta.
Dei capelli neri ricci e lunghi fino a tutta la schiena, andavano appena a riparare lo spazio della spalla lasciata libera dalla maglia, ma non del tutto, e continuavano a stendersi lungo la schiena, che visibilmente la donna teneva ben dritta, tanto da apparire arcuata all'indietro, dandole un atteggiamento tra lo sfrontato e l'impettito, o più semplicemente la postura di chi porta tacchi molto alti ed è costretta a quella posa se non vuole apparire goffa e traballante. Le scarpe erano infatti una specie di sandali dal tacco molto lungo, aperte e fissate con una fibbia piccola ma che riusciva a farsi notare tanto era brillante.
Del viso e della sua espressione, poco posso dire perchè dei grossi occhiali neri le coprivano gli occhi gettando un'ombra sul resto del volto; ho però potuto vedere quanto bastava per accorgermi di un'espressione seria, di chi sa cosa vuole e non è disposta ad aspettare più di tanto per averlo; pelle ben abbronzata, tratti forti e decisi di un viso magro con il mento tenuto ben alto ed un leggero trucco che però a stento si sarebbe riusciti a notare.
Vorrei parlare del suo atteggiamento, ma anche quello lasciava spazio a poche osservazioni e soprattutto a poche fantasie. Stava in piedi con il peso del corpo su una gamba mentre l'altra era in riposo e leggermente piegata; le braccia incrociate in vita con una borsetta in mano piccola e di un nero lucido che come gli abiti subito faceva capire essere oggetto di valore e ricercatezza non comune, comprata in qualche negozio che come quello vendeva solo alte firme.
Passandole accanto si sarebbe potuto rallentare il passo apposta per notare meglio la sua bellezza e poterla far durare un pò di più davanti ai nostri occhi prima che le nostre strade, la nostra e quella della donna in questione, si dividessero senza sapere quando avremmo avuto la possibilità di rivederla.

Quel giorno sono uscito dal portone di casa mia ed ho visto questa donna.
Quel giorno ho visto un'immagine di morte.
Quel giorno ho visto un'immagine di morte.

Cara signora, non se la prenda, non parlo certo di lei personalmente, non so nemmeno come si chiami. Ma lei cara signora, ai miei occhi quel giorno apparve immediatamente, chiaramente e senza via di rimedio l'immagine della morte stessa.

Non capita spesso di avere tali certezze. Immagini chiare di qualcosa che non è stato capito con la sola logica, ma confermato dall'intuito immediato che solo un'immagine reale più darci.