lunedì 5 novembre 2007

NO ZEYNEP NON LEGGERE

Qualcun altro sta vivendo un mio sogno.

Dico letteralmente. Un mio personalissimo sogno; da lungo immaginato, da lungo desiderato, tanto voluto.
Quei sogni che lasci sempre pronti per ogni giornata fredda; che arrivano a darti una spinta quando tutto va male e sembra proprio di non sapere come uscire da un incubo.
Quel sogno era li, ed arrivava a riscaldarmi e a darmi un po’ di forza per tirarmi su ed andare avanti; era uno di quei sogni che portano sempre il sole con se, ed anche quando tutto va male arrivano e ti abbraccia, e ti dice che magari un giorno si avvererà ed allora andare avanti vale la pena, ed il buio prima o poi passerà.
Ora qualcun altro o sta vivendo. Dopo anni di sofferenze e di sogni.
Dopo tanto tempo in cui ho cercato di realizzarlo stando male perché vedevo che ancora non era tempo che arrivasse; quando sentivo che quel calor che da tanto tempo mi stava accanto nei giorni senza senso, uno sconosciuto in pochi giorni me lo ruba e lo vive al posto mio.
In quel sogno ora c’è qualcun altro.
Chi sia non lo so e non so se lo voglio sapere.
Si dice che gli incubi siano dei brutti sogni.
No. Gli incubi sono la mancanza di sogni; sono il realizzare che il più bello dei sogni può essere realizzato senza di te e diventare per te un incubo che non avresti immaginato nemmeno con la peggiore fantasia.

Mi ha detto sono felice.
E o sarei anche io al poto suo.
Cosa risponderle allora? Dirle i miei problemi sarebbe solo un modo per allontanarla ancora dipiù.

Al telefono mi aveva detto che le cose non andavano bene.
Io la incoraggiavo.
-Vedi- dicevo- che la fatica che fai ora è solo perché sei all’inizio, ma tra pco migliorerà tutto. Hai solo bisogno di energie e vedrai che quello che ora ti sembra brutto poi migliorerà-
MI diceva che si sentiva triste, che le cose erano più difficili di quanto si immaginasse.
Poi mi raccontava delle persone che aveva intorno e quello che facevano.
.Hai anche tanti amici li che ti sono vicini, vedi?-
-Ma non sono la stessa cosa- mi rispose-
-Ma non sono la stessa cosa-.
Allora mi senti caldo dentro.
Mi sentii bene, sentii che il futuro non era tanto brutto, e che di li a poco saremmo stati di nuovo vicini.

Sette giorni dopo. Solo sette giorni dopo. Quel mio segno era già vissuto da qualcun altro. Io ero inutile, lontano appartato, senza un posto dove stare. Ero di troppo.
Quell’abbraccio non era più per me.
L’accoglienza che da mesi mi veniva mostrata non c’era più. Quel posto dove potersi avvicinare e sentire che il futuro non era poi tanto male era già occupato da un altro.
Sogni, immagini, sollievo, idee, voglie, tutto in sette giorni, era stato cancellato.
Senza preavviso. Senza avvertimento.

Ora c’è tutto da ricostruire.

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