domenica 29 marzo 2009

SECONDA LETTERA DALL'ASSESSORE ALLA CULTURA DI PIETRASANTA

Sign. Daniele Spina,

non sapevo se rispondere alla lettera che mi ha inviato, avendo letto in essa una sua estrema lontananza al pensiero di democrazia che io ritengo minimo per vivere in un paese civile.

Secondo lei solo una volta tolti tutti i testimoni si può decidere cosa sia vero e cosa no; praticamente quello che stavano cercando di fare, per esempio, i nazisti con i campi di concentramento, e se avessero vinto quei cari amici di Gelli, oggi non sapremmo la vera storia.
Questo è quello che da tempo in Italia, in molti, stanno cercando di fare con il fascismo. Il presente governo è un esempio molto chiaro.
Più passa il tempo e più è difficile trovare persone che hanno vissuto quel periodo e possono dirci quello che veramente è successo in quegli anni; più è difficile trovare i partigiani che hanno combattuto e più è facile farli apparire come dei banditi o dei criminali.
Il tempo non chiarisce la storia, ma la fa raccontare solo da chi detiene il potere di periodo in periodo.
Per questo motivo persone come Gelli possono fare oggi i loro congressi senza temere una vera rivolta; hanno modificato l'informazione e la percezione della storia a loro volere e ora cercano di parlarci di verità storica.

L'idea che lei sostiene nell'accogliere e dare voci ad ogni punto di vista per avere opinoni democratiche è assurda se sostenuta in buona fede , ma quanto minimo ipocrita se in mala fede. Non solo per il semplicissimo fatto che non siamo mai in grado di ascoltare tutti i punti di vista, ma in ogni situazione il tempo e lo spazio saranno sempre limitati e ci costringeranno a scegliere un gruppo di idee e di persone e con quelle discutere, e quindi il numero di interventi sarà sempre solo una parte delle migliaia di punti di vista che possiamo trovare. Lei questo come assossore lo sa bene immagino.
Ma oltre a questo è l'idea di imparzialità che lei esprime che risulta apparire quasi in malafede.

La democrazia non è essere imparziali; non è prendere la stessa distanza da tutte le idee; non è accettare ogni punto di vista in modo neutrale.
La democrazia è una presa di posizione contro ogni tipo di fascismo!
La democrazia è tirare una linea ben precisa e distaccarsi da ogni corruzione o autoritarismo e partendo da li discutere in maniera equilibrata su come ampliare ancora il distacco.
Far credere che sia giusto dare lo stesso spazio a fascisti e antifascisti, tanto per fare un esempio semplice, è malafede, è il tentativo di cancellare le colpe degli uni ed i diritti degli altri in nome di una visione distaccata della storia; e proprio per avere questa visione opportunistica c'è bisogno che nessuna delle persone che la storia l'hanno vissuta siano in grado di parlare.
Questo era il sogno di ogni nazista davanti ai campi di concentramento. La storia la diremo noi, pensavano, ed anche se qualcuno parlerà non sarà creduto perchè quello che abbiamo fatto va oltre ogni immaginazione.
Lei dice di aver accolto anche stragisti di sinistra a parlare nelle stesse aule. Ma così facendo fa il gioco di Gelli: opporre fascismo e brigatismo. Tirare di nuovo fuori il fantasma del comunismo cattivo e rivalutare il fascismo a cui si vuol trovare anche meriti.
In parole povere ridurre l'idea di democrazia a due aree, entrambe colpevoli, con cui occupare l'attenzione delle persone e distrarla da cosa veramente ha permesso all'Italia di diventare una democrazia; intendo dire l'antifascismo, cosa che come lei saprà è ben lontana dalle brigate rosse o dal comunismo sovietico.
Lei e la sua carica pubblica dovete la vostra libertà proprio all'antifascismo su cui si basa la nostra Costituzione.
Certo per capire l'antifascimo non basta prendere un Gelli da un lato ed un comunista dall'altro, ma ci vuole la presa di coscienza che di personaggi come Gelli in Itali, e su palchi comunali non c'è spazio.
Le ripeto, democrazia non è l'illusione di poter prendere le stesse distanze da destra e sinistra; democrazia è in primo luogo la coscienza che la nostra libertà si basa sull'antifascismo e che ogni carica pubblica è chiamata a difenderlo tanto quanto la costituzone che dall'antifascismo è stata costruita.
Il suo modo di gestire gli incontri invece chiarisce un intento di spostare il baricentro della discussione verso l'idea che anche chi ha fatto di tutto per toglierci la libertà che con tanto dolore ci eravamo conquistata, aveva le suo buone ragioni.

Lei accenna a Montanelli, ma è una scusa che non sta in piedi. Così come voler far credere che Gelli sia solo un vecchio in pensione che non fa più male a nessuno.
Veramente vuole paragonare il diritto di cronaca che spinge i giornalisti ad intervistare tanto Gelli quanto ad esempio un qualsiasi bandito di mafia, al celebrare in forma ufficiale la figura di Gelli in un incontro organizzato da un comune che lo fa salire su di un palco con tanto di applausi?

Lei conclude la sua lettera con frasi che farebbero molto contento tanto Gelli quanto il presente governo che da tanto sta cercando di togliere potere ad ogni etica civica ed ogni morale attiva. Cose che dovrebbero essere il minimo requisito per un qualunque cittadino degno di vevere in una società civile.
Dice che i processi si fanno in tribunale e che i giudizi morali vanno bene in chiesa.
Toglie quindi ogni forza di indignazione ai cittadini lasciandoli muti davanti al potere!
Secondo lei quindi non dovremmo avere un'etica o una morale, ne dovremmo indignarci e giudicare una persona per quello che di lei già sappiamo bene? Etica, morale e giudizio dovrebbero avere i rispettivi luoghi, chiusi bene tra mura lontane, controllati da questa o quella autorità, e soprattutto lontani dalla piazza, lontani dal luogo in cui le idde della vera democrazia prendono forma e si rafforzano, la piazza comune in cui le opinioni del singolo possono raffrontarsi con la società liberi da istituzioni, autorità, palchi e dediche.
Sono tutte calunnie dei giornali si sente troppo spesso dire, proprio da chi i giornali sa come si controllano, e Gelli quanto i suoi amici al governo sanno bene come manovrarli.
E lei mi viene a dire che i processi si fanno in altre sedi così come i giudizi morali, per far vedere che la sua amministrazione è pubblica se da voce a tutti?
Un'amministrazione non è buona se tratta allo stesso modo criminali e persone oneste che contro quei criminali si battono, ma deve ben distaccarsi da quelle persone e chiarire la sua posizione nei loro confronti.
Ospitare nelle proprie stanze chi continua a volere l'Italia sotto una schifosa dittatura fascita, e voler far passare tutto come un gesto democratico, già chiarisce molto bene quale giudizio e quale etica viva in quella amministrazione.

Come vede non sono un bravo oratore e quindi su un palco non avrei ascolto quanto un Gelli. Lei leggerà le mie parole come idee passate, o concetti vuoti, ma è proprio organizzare una serata come quella con Gelli che aiuta a convincere la persone che etica e coscienza civile ed antifascista siano ormai idee passate. Quindi il mio giudizio e la mia etica mi vietano di restare indifferente.

Anche credendo lei sia in buona fede, ci si accorge della sua incapacità nel capire di cosa veramente sia fatta la democrazia e la libertà di espressione, se poi il suo gesto invece fosse ben studiato, allora vorebbe dire che sa bene che in questo modo sta solo aiutando il novo potere fascista ad essere accettato supinamente dalle persone che invece lei dovrebbe difendere.

Fino ad ora lei ha solo dimostrato di non essere una figura chiara, e non adatto, o per incapacità o per malafede, al potere che gestisce, e non riesco a passare oltre senza dirle che il suo operato è tanto offensivo nei miei confronti e nei confronti della nazione quanto degno di diprezzo.


-Claudio Cecchetti-




Sig. Cecchetti,
dal momento che nè io conosco lei né lei me non ho motivo di pensare che lei non sia in buona fede (come lei dovrebbe -credo- pensare di me). Condivido e approvo molte delle cose che afferma e non mi sono mai sognao di affermare che non si deve scrivere e far conoscere fatti e misfatti finché sono in vita i protagonisti: mi spiace essere stato frainteso. Ho soltanto affermato che i fatti sono cronaca fintanto che sono in vita i protagonisti: non sono io ad affermarlo ma tutti gli storici di qualsivoglia credo politico. Noi condividiamo molte idee ma ci divide profondamente una: la democrazia non si fonda sull'antifascismo bensì sull'antifascismo e sull'anticomunismo perché c'è stato in passato e c'è ancora fascismo di destra e fascimo di sinistra.
Dimenticavo... Io non disprezzo le sue idee: solo non le condivido.
Daniele Spina




Non mi disprezza ma non mi condivide.

Voi ve la sentireste di dire lo stesso di Gelli?
Perchè questo è quello che la risposta dell'assessore sembra suggerire.
Invece credo che si può non condividere l'idea di Gelli e non rispettarla.
Per me è la dimostrazioen che Gelli ed i suoi amici stanno vincendo, stanno assuefacendo tutte le coscienze fino a dire che certe idee si possono non condividerle ma vanno comunque rispettate e non disprezzate.
Ci tengo a sottolineare come nella sua risposta l'assessore non entra nel merito del perchè scegliere certi personaggi ma cade nella divisione che fa molto comodo a Gelli stesso, affiancare subito al fascismo il comunismo, e all'altifscismo l'anticomunismo, in modo di assuefare le colpe dell'uno e dell'altro.

Nella mia lettera non parlavo certo a favore del comunismo, ma prendevo una posizione ben decisa sul non accettare come rispettabile l'idea di chi per una vita intera si è impegnato a ridurre in una dittatura l'Italia e si sta ora vantando di aver avuto successo con il suo colpo di stato.
Proprio su questo l'assessore non da un risposta chiara.
Certo se arriva ad inviare Gelli ed amici non arriverà ad ammettere che è un insulto a tutta Italia ed a tutti quelli, comunisti e no, partigiani e no, che hanno perso la vita per liberarci.
Voi avete voglia di accogliere gentilmente un insulto del genere rispondendo che non lo condividete ma lo accettate? Io no, le cose vanno chiamate con il proprio nome, e se degne di disprezzo, disprezzate.
Queste uscite pubbliche di Gelli non sono altro che il continuo del suo colpo di stato non armato, e chiunque lo aiuti o lo asseconda va chiamato con il nome che si merita, che non è certo paladino della democrazia.
In pratica la risposta mi ha confermato l'idea che avevo.
Per questo signore la democrazia è sorridere anche ai peggiori criminali, non avere idee solide, e minimalizzare tutta l'idea di libertà alla diatriba di antifascismo ed anticomunismo, tanto da arrivare a ipotizzare che anche i carnefici hanno avuto le loro buone ragioni e bisogna ascoltarle.
Insomma come si prova a parlare dei crimini di Gelli e dei neofascisti arriva subito la risposta che si ma anche i comunisti hanno fatto del male!
Come a dire che i partigiani sono stati pericolosi comunisti di cui non fidarsi.
Chiedevo all'assessore un parere distaccato su Gelli e la libertà in Italia e mi sono sentito rispandere con la vecchia storiella che piace tanto a Gelli stesso, che anche i comunisti hanno avuto le loro colpe e che quindi la democrazia in Italia c'è grazie anche agli anticomunisti.
Tanto per volerci abituare all'idea che in fondo anche le idee di Gelli erano condvisibili.
Ancora nella risposta viene ribadito che si può avere una idea chiara sulla storia solo quando tutti i protagonisti non possono più parlare.
Personalmente so che nessun periodo storico può avere una valutazione onesta se non c'è una informazione libera e fino a che persone come Gelli saranno ben volute nei comuni non avremo libertà.
Diceva Orwell che chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato.
Il sogno della P2 è proprio quello di controllare ogni tempo per scrivere la storia come vogliono; che i testimoni ci siano o no per loro non conta tanto.

Anche voi quindi direste come l'assessore che non ne condividete le idee ma vanno comunque rispettate e non disprezzate?
Sappiate allora che fate proprio il gioco di chi ci vuole tutti controllati.

Ma non avevo ancora visto di quale partito è la giunta comunale! Sono andato a vederelo solo ora!
Il sindato è uno dei primi sostenitori di F.I. e l'assessore è D.C. due partiti che ormai da tempo continuano a fare propaganda facendo l'occhiolino ai fascisti ed ai massoni e cercando di spaventareci con lo spettro del comunismo, tanto da chiamare i partigiani dei criminali.
Ora tutto mi sembra più chiaro, riscrivere la storia è quello che stanno cercando di fare da tempo.
E io non li rispetto. Non posso permettermelo. Sarebbe come essere indifferente davanti alle ingiustizie, e in quel modo li aiuterei nel riabilitare tutta la storia fascista e nazista.
L'afferrmazione poi che la democrazia non si fonda solo sull'antifascisom ma anche sull'anticomunismo è quindi la tiritera che da quando il governo di ora è in carica ci sentiamo ridire.
Allora chiariamo che la Costituzione, e quindi la base dalla democrazia in Italia, è starta scritta grazie all'antifascismo ed è l'antifascismo che ci ha permesso di ottenerla.
In Italia di crimini comunisti non se ne erano visti e non c'era certo la necessità di allarmarsi tanto da creare un anitcomunismo.
L'anticomunismo a cui si riferiscono sempre Gelli e governo è quello delle brigate rosse.
E qui casca l'asino. Troppo facile signori, voler appaiare in questo modo le colpe dei fascisti con gli errori di un piccolo gruppo di fanatici. Ed infatti sempre li battono questi signori, sull'unico spunto che hanno, volendolo ampliare tanto da paragonarlo ad un grimine organizzato come il fascismo che si era espanso in tutta europa tanto da fare da scintilla per il nazismo ed i lager.
Non sono paragoni esagerati.
Prendere poi le brigate rosse.
Avete presente il Reichstagsbrand? Hitler che si brucia il parlamento uccidento alcune persone e accusando subito il terrorismo comunista.
Guardate la storia della brigate rosse studiatela voi stessi e no fatevela raccontare da chi la può usare per spaventarci.

Diffidate quindi da chi in nome della democrazia vi sventola ancora davanti lo spettro del comunismo e delle brigate rosse, vi dice che le colpe in Italia stanno da tutte e due i lati, ed intanto fa salire su un palco massoni e fascisti.

Molto interessante poi l'idea di far parlare di storia d'Itlaia un personaggio che ha nella sua trasmissione televisiva, presentato dei diari di Mussolini falsi, non solo come veri, ma come opere di una grande mente.

Per quanto rigurada l'idea dell'assessore che storici di tutte le appartenenze politiche sostengano che i fatti sono cronaca e non storia fino a quando sono in vita i protagonisti, vorrei far conoscere lo storico Luciano Canfora della cui serietà è difficile dubitare e che sa benissimo come anche la cronaca si facile da distorcere e come togliere ogni testimonianza sia il sogno di ogni dittatore.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bdb3292a-9a9b-4b9f-84c6-1eb99c57aa9b.html?p=3
Continua a venirmi in mente una parte di una poesia:

"[...]
L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,

di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.
[...]"

-Per Paolo Pasolini-

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